16/02/2024

Gli impatti dell'inverno demografico sulla sostenibilità del SSN

Gli impatti dell'inverno demografico sulla sostenibilità del SSN

L'Italia sta attraversando una fase demografica estremamente delicata che avrà importanti ripercussioni sull’intero sistema previdenziale e assistenziale del Paese, incluso il settore sanitario. Se da una parte l’abbassamento del tasso di fertilità – arrivato nel 2023 a 1,22 figli per donna secondo le prime stime – ha determinato un progressivo calo delle nascite fino a scendere nel 2022 sotto le 400.000 unità, dall’altra parte l’aumento dell’aspettativa di vita sta portando a una popolazione sempre più anziana.

L’età media della popolazione ha registrato un aumento di quasi 10 anni dai primi anni duemila, attestandosi nel 2023 a 46,4 anni, ed è destinata a raggiungere i 50,6 anni nel 2050. Dal 1985 a oggi la quota di over-65 sul totale della popolazione è cresciuta di 10 p.p. (dal 13,2% al 23,8%). La proporzione di over-65 è destinata a crescere ulteriormente negli anni a venire: nel 2050 sarà il 34,9% della popolazione, vale a dire più di un terzo del totale con oltre 19 milioni di cittadini, di cui più di 4 milioni di età superiore agli 85 anni.

Il calo delle nascite, unito all’invecchiamento della popolazione, sta portando a uno squilibrio sempre più marcato tra anziani e popolazione in età attiva. L’indice di dipendenza degli anziani, che misura il rapporto tra la popolazione over-65 e la popolazione in età attiva (15-64 anni), è il più alto dell’Unione Europea (37,5% contro una media UE del 33%). Questo dato è previsto in ulteriore aumento secondo le previsioni di Istat, e potrebbe raggiungere il 59,7% entro il 2065.

Come già menzionato, l’evoluzione demografica che caratterizza l’Italia ha implicazioni rilevanti su molteplici aspetti del Paese: dalla sostenibilità del sistema previdenziale al rallentamento della crescita economica, passando per le sfide per il sistema sanitario. Circoscrivendo l’analisi a quest’ultimo punto, gli effetti dell’inverno demografico sul SSN generano impatti sulle entrate tributarie e sulla spesa sanitaria.

Da una parte, la progressiva riduzione della popolazione in età lavorativa, se non compensata da un importante aumento del tasso di occupazione, comporterà una graduale riduzione delle entrate tributarie necessarie per il finanziamento del SSN a causa di un numero sempre più basso di lavoratori. Questo fenomeno andrà a generare una sfida economica significativa per il sistema-Paese, poiché una diminuzione delle risorse finanziarie disponibili potrebbe compromettere l’universalismo del SSN e la capacità del sistema sanitario di fornire cure di alta qualità e accessibili a tutti i cittadini, specie in un contesto nel quale il SSN soffre già da anni di uno strutturale sottofinanziamento rispetto ad altri Paesi europei.

Dall’altra parte, l’aumento della popolazione anziana comporterà un fabbisogno di assistenza sociosanitaria sempre più elevato da parte della popolazione, aumentando la pressione su un sistema sanitario, quello italiano, già oggi in difficoltà nel garantire l’accesso alle cure a tutta la popolazione, e mettendone quindi alla prova la sostenibilità economico-finanziaria. La spesa sanitaria si concentra infatti sulle fasce anziane della popolazione, caratterizzate da una elevata prevalenza di malattie croniche (quasi l’80% delle persone sopra i 65 anni ne ha almeno una). La crescente domanda di servizi di assistenza sanitaria a lungo termine, assistenza domiciliare e cure specializzate per le condizioni tipiche dell'invecchiamento metterà quindi a dura prova le risorse del SSN.

Per continuare a garantire cure di qualità e accessibili a tutti i cittadini in questo difficile contesto, è chiaro che il SSN dovrà adattarsi in modo efficace a questa nuova realtà. Se da un lato è necessario che la sanità assorba una porzione sempre maggiore della spesa pubblica, dall’altra la crescente carenza di fondi renderà necessario un ripensamento complessivo dei modelli di gestione del sistema sanitario. In questo senso, sarà cruciale investire nella prevenzione, al fine di anticipare e mitigare i problemi di salute associati all'invecchiamento della popolazione, e nell’innovazione, per trovare soluzioni terapeutiche e gestionali che consentano di rispondere ai bisogni di salute della popolazione e al contempo ridurre il burden economico associato.

Solo con un approccio incentrato su entrambe queste componenti – prevenzione e innovazione – sarà possibile per il SSN assorbire la contemporanea riduzione delle risorse disponibili e l’aumento del fabbisogno di salute della popolazione, continuando a garantire quella elevata qualità dell’assistenza e cura che da sempre lo contraddistingue.

 

Maggiori informazioni sono contenute all'interno della XVIII Edizione del Rapporto Meridiano Sanità