24/02/2023

L'avvio di un Piano Nazionale per le malattie cardio, cerebro e vascolari

L'avvio di un Piano Nazionale per le malattie cardio, cerebro e vascolari

Le malattie cardio, cerebro e vascolari, che colpiscono soprattutto gli anziani - quasi l’80% dei pazienti ha più di 60 anni - ma possono riguardare persone di ogni età e genere, continuano a rappresentare la prima causa di morte e la seconda causa di disabilità in Europa così come in Italia dove, con 672.777 dimissioni in regime ordinario nel 2020, pari al 13,8% del totale, sono anche la prima causa di ospedalizzazione.

Anche l’impatto socio-economico associato a queste patologie è elevatissimo: ogni anno pesano per circa 19-24 miliardi di euro sul nostro sistema-Paese, di cui 14-16 miliardi di costi sanitari diretti (l’80% sono costi di ospedalizzazione) e 5-8 miliardi di costi indiretti, sanitari e non, dovuti ad esempio alla perdita di produttività del paziente e del caregiver in età lavorativa e alle spese previdenziali e assistenziali.

Anche alla luce del contesto demografico ed epidemiologico di riferimento, con un burden socio-economico e di salute destinato ad aumentare nei prossimi anni, diventa sempre più urgente individuare e analizzare le attuali aree di criticità nella gestione clinica e organizzativa dei pazienti cardio, cerebro e vascolari per potervi agire e migliorare la presa in carico dei pazienti. Dalla prevenzione all’accesso all’innovazione tecnologica e farmacologica, dall’aderenza terapeutica alla continuità assistenziale tra ospedale e territorio, che può beneficiare di sistemi informativi interconnessi in grado di trasmettere dati e informazioni tra professionisti e tra strutture, passando per un reale coinvolgimento ed empowerment del paziente, vero protagonista del proprio percorso di cura, sono solo alcuni ambiti da attenzionare.

La cultura della prevenzione rappresenta un elemento imprescindibile nel contrasto delle patologie croniche, e in particolare delle patologie cardio, cerebro e vascolari, considerato che un’efficace attività di prevenzione potrebbe evitare più di 3 morti su 4. Siccome gli ultimi dati ISS attestano che la quasi totalità degli italiani è esposta ad almeno un fattore di rischio cardiovascolare primario, come fumo, alcol, inattività fisica e alimentazione scorretta, o intermedio, come ipercolesterolemia e ipertensione, è quantomai necessario rafforzare le campagne di educazione e sensibilizzazione che, in coordinamento con medici di medicina generale, farmacisti ma manche associazioni dei pazienti e organizzazioni civiche, promuovano stili di vita sani che possono modificare questi fattori di rischio. D’altra parte, dato che molte persone sviluppano queste patologie per predisposizione genetica, fattori congeniti o come conseguenza di altre condizioni come il diabete, anche la prevenzione secondaria e terziaria diventano fondamentali.

La riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari intermedi e il miglioramento degli outcome di salute dipende anche dall’aderenza terapeutica e dalla disponibilità di terapie farmacologiche e tecnologie. Per questo, l’accesso a farmaci e tecnologie innovative, spesso superiori in termini di efficacia clinica, più sicure e meno invasive per i pazienti, rappresenta una priorità sia in fase di prevenzione secondaria che di trattamento. Tuttavia, se da un lato terapie, tecnologie e strategie interventistiche innovative hanno ridotto la mortalità del 64% tra il 1978 e il 2018, in Italia si scontano ancora gravi ritardi nell’accesso all’innovazione. In questo caso, per ridurre questi ritardi sarà necessario promuovere in tutte le Regioni la prescrivibilità di alcuni farmaci in ambito ambulatoriale, come fatto ad esempio in Campania con gli inibitori PCSK9i per il controllo dell’ipercolesterolemia, così come prevedere un fondo per l’accesso alle tecnologie sanitarie innovative, sul modello di quello esistente per i farmaci, per le TAVI e le altre procedure interventistiche che presentano outcome clinici eccellenti ma sono ancora sottoutilizzate. Nell’ottica poi di un procurement ispirato a logiche di valore sull’intero percorso di cura, qualità e innovazione, in grado di guardare oltre il costo del singolo farmaco o della singola tecnologia, è auspicabile anche l’ampliamento e la revisione delle tariffe DRG: i nuovi codici per descrivere gli interventi endovascolari per il trattamento dell’aneurisma dell’aorta introdotti recentemente in Lombardia, ad esempio, hanno contribuito a far rientrare i costi delle endoprotesi, superiori a quelli della chirurgia tradizionale.

Per garantire una gestione ottimale dei pazienti cardio, cerebro e vascolari si necessita di dotare il sistema di risorse umane, infrastrutturali e tecnologiche adeguate ai bisogni di salute e di rendere i servizi socio-sanitari sempre più integrati e prossimi al cittadino. I dati del Programma Nazionale Esiti di AGENAS mostrano, infatti, come alla riduzione del tasso di mortalità a 30 giorni, sintomo di una buona capacità di gestione dell’emergenza, non sia corrisposta una riduzione altrettanto significativa della mortalità a 1 anno, mettendo in luce il persistere di criticità nella gestione di queste patologie sul territorio. L’istituzione e il rafforzamento delle Reti e dei percorsi non solo tra sistemi ospedalieri e distrettuali ma anche all’interno delle singole strutture, tenendo conto delle opportunità offerte dal PNRR in tema di prossimità delle cure e digitalizzazione e dello stesso DM 77/2022 che ridefinisce l’assistenza territoriale, sono step importanti nel processo di ricostruzione del rapporto tra ospedale e territorio. In questo senso, si guarda con favore anche al lavoro del Gruppo Tecnico di AGENAS sulla rete di emergenza cardiologica: alla luce dei dati complessivamente confortanti della Rete, il Gruppo ha inteso sfruttare la stessa per migliorare i risultati della fase post acuto, proponendo nuovi indicatori per individuare, ad esempio, i pazienti ad alto rischio ischemico residuo o con funzione cardiaca compromessa che devono essere inviati a programmi di cardiologia riabilitativa, o raggiungere il target lipidico.

Questi ambiti di intervento prioritari, se associati a obiettivi specifici e supportati da proposte operative, possono rappresentare lo scheletro di un futuro Piano Nazionale per le malattie cardio, cerebro e vascolari, tra le poche patologie ad alto impatto che in Italia non possono ancora contare su un Piano dedicato.

Questi temi sono stati discussi nell’ambito della presentazione del Paper “Malattie cardio, cerebro e vascolari – Una priorità di sanità pubblica” il 21 febbraio 2023 nel corso della Conferenza Stampa tenutasi presso il Senato della Repubblica, nella Sala Caduti di Nassirya, dove è stata comunicata contestualmente anche la riattivazione dell’Intergruppo Parlamentare per le Malattie Cardio, Cerebro e Vascolari.